venerdì 3 novembre 2017

Sabato 4 novembre per l'Unione Musicale di Torino progetto monografico su Robert Schumann con il pianista Gianmarco Moneti e il Duo formato da Esther Zaglia (violino) e Alessandro Boeri (pianoforte).


L’Unione Musicale e il Conservatorio di Torino rafforzano il loro legame con un nuovo progetto inedito per vastità: una panoramica sulla musica di Robert Schumann, dal repertorio per pianoforte a quello corale, dalla musica da camera alla liederistica. Capolavori del Romanticismo affidati all’energia e alla freschezza della miglior gioventù musicale, quella cresciuta tra le mura del “Giuseppe Verdi” di Torino. «Il progetto Schumann – afferma Marco Zuccarini, direttore del Conservatorio - è un’opportunità formidabile per i nostri studenti in termini di esperienza artistica, un arricchimento nella loro formazione dato anche dal fatto di potersi confrontare, a livello veramente professionale, con un pubblico interessato e attento come quello dell’Unione Musicale. Per questo la nostra scelta è comunque caduta sugli elementi più brillanti, che hanno dimostrato le attitudini e le capacità per pensare e sognare concretamente di poter fare questa professione». (per l’intervista completa a Marco Zuccarini http://www.unionemusicale.it/intervista-a-marco-zuccarini-direttore-del-conservatorio-giuseppe-verdi-di-torino/). 
Declinato su due Stagioni, per la 2017-2018 il ciclo monografico prevede otto concerti da novembre a maggio, tutti presso il Teatro Vittoria di via Gramsci 4 alle ore 20 e tutti preceduti da una guida all’ascolto alle ore 18.30 e da un aperitivo offerto al pubblico alle 19.30. 
Protagonisti del primo appuntamento di sabato 4 novembre 2017 il pianista Gianmarco Moneti e il duo formato da Esther Zaglia (nella foto) al violino e Alessandro Boeri al pianoforte. Classe 1996, Gianmarco Moneti è nato ad Arezzo, città in cui ha svolto il suo percorso musicale prima di trasferirsi a Torino, dove attualmente studia con Laura Richaud in Conservatorio e si perfeziona con Giovanni Doria Miglietta presso l’Accademia di Musica di Pinerolo. Ancor più giovane il talento di Esther Zaglia (nata nel 2000, non ha ancora diciott’anni!) che ha iniziato lo studio del violino a sei anni ed è allieva in Conservatorio di Piergiorgio Rosso, perfezionandosi inoltre con Adrian Pinzaru presso l’Accademia di Pinerolo. Nella classe di musica da camera è nato il duo con Alessandro Boeri che attualmente frequenta il terzo anno del Diploma Accademico di primo livello sotto la guida di Claudio Voghera, approfondendo inoltre gli studi di direzione d’orchestra e di composizione. 
Il programma prevede in apertura l’esecuzione del Tema e variazioni sul nome «Abegg», brano giovanile che risale agli anni 1829-30, quando Schumann si trovava a Heidelberg dove, secondo i progetti della madre, si sarebbe dovuto laureare in legge. Inizialmente il lavoro era stato pensato per pianoforte e orchestra e le tracce di una impostazione concertistica si scorgono ancora nella versione definitiva. Il nome Abegg, nella terminologia musicale tedesca, corrisponde ad alcune note (la-si bemolle-mi-sol-sol): un breve frammento melodico sul quale Schumann costruisce la trama delle sue Variazioni. La prima parte pianistica si conclude con gli Studi in forma di variazioni libere su un tema di Beethoven, scritti intorno al 1833 e ispirati all’aulico tema dell’Allegretto della Settima sinfonia di Beethoven, un puro pretesto in realtà per sfuggire l’impostazione accademica ed elaborare una collana di brani dal carattere di svagato fantasticare.
La Sonata op. 105 per violino e pianoforte è del 1851, tre anni prima della crisi che porterà Schumann al ricovero in un istituto per malati di mente e, insieme alla Sonata op. 121, rappresenta la volontà di una svolta stilistica, la ricerca di un nuovo equilibrio tra ispirazione romantica e forme classiche, ma anche di una scrittura priva di forti contrasti tematici e dinamici, a favore di un rigore improntato semmai a una certa medietà espressiva. La guida all’ascolto alle ore 18.30 è a cura del musicologo Alberto Bosco.

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