venerdì 10 novembre 2017

QUARTETTO CASALS ALL'UNIONE MUSICALE DI TORINO: 20 ANNI DI CARRIERA CON L’INTEGRALE DI BEETHOVEN.


Vent’anni di attività e un nuovo, stimolante progetto monografico per festeggiare questo importante anniversario: ecco che cosa porterà il Quartetto Casals (nella foto) a Torino, con sei esclusivi concerti inseriti nel cartellone dell’Unione Musicale, i primi quattro nella Stagione 2017-2018 e gli altri due nella prossima. Sei appuntamenti dedicati a Beethoven, con l’esecuzione dell’integrale dei Quartetti per archi, insieme a brani ispirati a Beethoven e appositamente commissionati ad alcuni compositori contemporanei dalle istituzioni europee che hanno accolto il progetto (oltre all’Unione Musicale di Torino, unica in Italia, Wigmore Hall di Londra, Konzerthaus di Vienna, L’Auditori di Barcellona, Centro Nacional de Difusión Musical di Madrid e Amsterdam String Quartet Biennale). Il ciclo completo dei Quartetti di Beethoven verrà anche inciso dal Quartetto Casals e pubblicato da Harmonia Mundi in tre cofanetti che usciranno nel 2018, 2019 e 2020, terminando così in coincidenza con il 250° anniversario della nascita del compositore. 
Il pubblico dell’Unione Musicale potrà cominciare la “full immersion” beethoveniana a partire dal prossimo novembre, con due appuntamenti consecutivi, martedì 14 novembre (serie dispari di abbonamento) e mercoledì 15 novembre (serie pari) presso il Conservatorio Giuseppe Verdi alle ore 21. 
Sono trascorsi sei anni dall’ultima e unica presenza (nel marzo del 2011) del Quartetto Casals in una stagione dell’Unione Musicale, anni densi di attività per l’ensemble spagnolo: dalla vittoria del primo premio ai Concorsi di Londra e di Amburgo ai numerosi riconoscimenti ricevuti in patria, che celebra l’ensemble come primo quartetto d’archi spagnolo che sia riuscito a raggiungere vertici e consensi internazionali, dal premio ricevuto dal Borletti-Buitoni Trust di Londra, che ha permesso al Casals di acquistare un set di archetti d’epoca e quindi di approfondire e raffinare lo studio del repertorio antico, al grande interesse manifestato per la musica contemporanea, sempre accolta all’interno del ricco repertorio del Quartetto. 
Proprio nel nome della musica contemporanea, il primo concerto di martedì 14 novembre porta a Torino una novità interessante, il Quartetto d’archi B267 che l’Unione Musicale ha appositamentecommissionato al compositore Giovanni Sollima e che il Casals eseguirà in prima assoluta«Ai brani di ispirazione beethoveniana reagisco subito, afferma il compositore siciliano, perché cercare il Beethoven più segreto tra i suoi incredibili frammenti incompiuti o mai utilizzati è, per me, come cercare e trovare l’oro. Il mio intervento non è così diverso dallo sviluppare o arrangiare un canto popolare, anche se di volta in volta tento un approccio diverso, o lascio galleggiare come in una sorta di installazione, oppure sviluppo all’interno di un involucro decontestualizzato, lontano per estetica, epoca, luogo...».
Nella stessa serata due Quartetti dell’op. 18: il n. 2 in re maggiore e il n. 3 in sol maggiore che rivelano, nella fluidità della scrittura e nella libertà d’eloquio, un Beethoven già in grado di misurarsi ad armi pari con i modelli di Haydn e Mozart, lungamente studiati e ormai acquisiti come propri. A conclusione il primo dei Quartetti op. 59, scritti tra il 1805 e il 1806 e dedicati all’ambasciatore dello zar a Vienna conte Razumovskij, che testimoniano del clima sinfonico in cui Beethoven era immerso negli anni successivi all’Eroica. 
Il secondo appuntamento di mercoledì 15 novembre prevede, accanto al Quartetto n. 6 op. 18, due immensi lavori della maturità: il la minore op. 132, un vero e proprio monumento al dolore del genio di Bonn e il fa maggiore op. 135, scritto nel 1826 e pubblicato da Schlesinger nel 1827, opera con la quale Beethoven si congeda dalla musica e dal mondo. Nella stessa serata il Quartetto Casals presenta “Otzma”, lavoro del pianista e compositore israeliano Matan Porat, commissionato dalla Wigmore Hall di Londra e in prima esecuzione italiana: «È il mio secondo quartetto per archi, afferma il compositore, e il nome “Otzma” (in ebraico forza, potenza) si riferisce alla famosa dicitura di Beethoven nel terzo tempo dell’op. 132«Neue Kraft fühlend» (sentimento di nuova forza). Come suggerisce il titolo, il pezzo è scritto in un flusso di energia e trae la sua ispirazione dal celebre terzo movimento (Heilige Dankgesang in lydischen Tonart) così come dal secondo del maestoso Quartetto di Beethoven». 
Da non perdere i prossimi appuntamenti dell’Unione Musicale con il Quartetto Casals e il ciclo Beethoven: martedì 8 e mercoledì 9 maggio 2018 presso il Conservatorio di Torino alle ore 21. 
«I primi vent’anni sono stati un periodo di consolidamento…, afferma il Quartetto Casals, ma già negli ultimi anni abbiamo cominciato a esplorare le possibilità creative di questo consolidamento: ci permettiamo più variazioni tra le voci, pianifichiamo meno ciò che accadrà sul palco e siamo più flessibili nel modo in cui prendiamo le decisioni. Fino al 2020, il progetto principale sarà il nostro ciclo Beethoven insieme alle sei opere che sono state commissionate…» Intervista esclusiva al Quartetto Casals su http://www.unionemusicale.it/intervista-esclusiva-al-quartetto-casals/

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