giovedì 4 maggio 2017

Domenica 7 maggio a Taranto per gli Amici della Musica "Arcangelo Speranza" si esibirà il celebre violinista serbo Stefan Milenkovich. Musiche di Piazzolla e Vivaldi.


Le stagioni diventano otto con Stefan Milenkovich (nella foto), il noto violinista serbo, da tempo cittadino italiano, che per gli Amici della Musica «Arcangelo Speranza» di Taranto suona le «Quattro Stagioni» di Antonio Vivaldi e quelle di Astor Piazzolla nella stessa serata. L’appuntamento, che chiude la 73esima Stagione concertistica dello storico sodalizio ionico, è per domenica 7 maggio (ore 21), al Tatà, dove Milenkovich si esibirà guidando l’Orchestra d’archi del Teatro Rendano di Cosenza (biglietti euro 25/18, info 099.7303972).
Oggi trentottenne, Milenkovich è noto sin dagli anni Ottanta. Enfant-prodige, fece parlare di sé suonando per Ronald Reagan, Mikhail Gorbaciov e Papa Giovanni Paolo II. La notorietà internazionale, grazie anche ad importanti passaggi televisivi, fu immediata. E dopo alcuni prestigiosi premi in concorsi come il Paganini di Genova, il Tibor Varga e il Ludwig Spohr, Milenkovich iniziò ad essere considerato un virtuoso maturo ed assai stimato. Attualmente insegna negli Stati Uniti (a New York è ormai residente da anni), ha all’attivo svariate registrazioni discografiche e gode di una notevole popolarità.
Con l’esecuzione de «Le Quattro Stagioni» e de «Las Cuatros Estaciones Portenas» (nella versione per violino ed archi realizzata da Leonid Desyatnikov per il celebre violinista Gidon Kremer), Milenkovich accosta Antonio Vivaldi e Astor Piazzolla, due autori distanti nel tempo due secoli e mezzo e separati geograficamente da undicimila chilometri che passano da un emisfero all’altro. Quando, infatti, a Venezia è estate, a Buenos Aires è inverno. E viceversa. Eppure il ciclo delle stagioni è sempre lo stesso. Quello dei quattro concerti di Vivaldi, scritti nel 1725 e tratti dalla raccolta «Il cimento dell’Armonia», e quello delle «Estaciones», composte originariamente da Piazzolla per il suo quintetto, tra il 1964 e il 1970, mescolando tango, musica colta europea e ritmi jazz.
Sarà, insomma, una sorta di «face to face» tra uno dei capolavori assoluti del barocco italiano e l'omonima opera del padre del «tango nuevo», diversa per stile e forma, ma eseguita dallo stesso organico. Un confronto nel quale la figura centrale è rappresentata dal violino solista, al quale sono richieste notevoli doti virtuosistiche e straordinaria capacità interpretativa. Qualità che sono tra i tratti distintivi di Milenkovich, musicista dotato di uno singolare talento, nonché di quell’innata riservatezza che spesso accomuna tutti i grandi artisti.
Intanto, gli Amici della Musica si preparano ad ospitare i concorrenti della 55esima edizione dell’International Piano Competition «Arcangelo Speranza», in programma dal 26 al 28 maggio, con talento degli ottantotto tasti provenienti da tutto il mondo.

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