mercoledì 8 febbraio 2017

Una nuova produzione del Trovatore di Verdi va in scena con la regia di Daniele Abbado alla Statatsoper di Vienna in Febbraio. Protagonisti il tenore Roberto Alagna e il soprano Anna Netrebko.


È una storia di inspiegabile e inconciliabile odio tra due mondi, due fazioni, due culture contrapposte. Un conflitto tra ordine e disordine che riporta la vicenda dei due inconsapevoli fratelli ad una dimensione archetipica più grande”. Così il regista Daniele Abbado (nella foto) descrive Il trovatore di Giuseppe Verdi, titolo con il quale torna alla Staatsoper di Vienna per una nuova produzione in scena a partire da domenica 5 febbraio 2017. Protagonisti dello spettacolo sono il tenore Roberto Alagna nel ruolo di Manrico, il soprano Anna Netrebko in quello di Leonora, il baritono Ludovic Tézier come Conte di Luna e il mezzosoprano Luciana D'Intino nei panni della zingara Azucena. Dirige Marco Armiliato. Le scene sono di Graziano Gregori, i costumi di Carla Teti, mentre le luci sono curate da Alessandro Carletti.
La forza di persuasione di Trovatore – prosegue il regista – non risiede solo nella sua musica, ma anche nel complesso piano storico che sorregge la vicenda. Da una parte il potere costituito: il Conte di Luna con il suo esercito privato; dall’altra l’irregolarità di Manrico e Azucena: gli zingari, i ribelli. È una lotta per la sopravvivenza, nonché una lotta di liberazione, che vede il piccolo popolo dei gitani difendersi da un nemico assai più organizzato e deciso.
Siamo in guerra, ed é una guerra civile. Di questa guerra il testo dice molto poco, sembra quasi fare da sfondo al racconto di fatti privati: la gelosia del conte, l’antefatto della zingara, il rapimento del bambino, il rogo dalla madre, il persistere della minaccia. Nel Novecento Europeo abbiamo avuto innumerevoli esempi di pulizie etniche, resistenze, pogrom, sacrifici di intere collettività: esempi macabri di una lotta per le libertà che deve confrontarsi con nemici sempre diversi e sempre più spietati. Le vicende di Manrico, Leonora, del Conte e di Azucena quindi – conclude il regista  saranno immerse in una narrazione più generale, quasi come se i personaggi fossero ostaggio di una vicenda storica più grande, destinata comunque alla tragedia”.
Lo spettacolo è replicato il 9, 12 e 15 febbraio.

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