lunedì 1 agosto 2016

Domani sera torna la Francesca da Rimini di Saverio Mercadante al Festival della Valle d'Itria.


Domani sera, ore 21:00, atrio del Palazzo Ducale, torna Francesca da Rimini di Saverio Mercadante, su libretto di Felice Romani, ispirato alla Francesca da Rimini di Silvio Pellico, nell’edizione critica curata da Elisabetta Pasquini. Uno spettacolo ambizioso che ha trovato il favore del pubblico e della critica nazionale ed internazionale che ha assistito alla prima rappresentazione assoluta sabato scorso. Il progetto mette insieme un grande titolo di un compositore tra i maggiori dell'Ottocento italiano, un soggetto leggendario: gli sfortunati amanti immortalati da Dante nel Quinto Canto della Divina Commedia. Nato ad Altamura e trasferitosi a Napoli, Mercadante consolida la propria fama a Vienna, Parigi e quindi a Madrid. Proprio per la corte spagnola scrive la sua Francesca da Rimini che per motivi non ancora chiariti, non andrà mai in scena. La partitura manoscritta, datata 1831 e conservata in due copie (una a Bologna e una proprio nella capitale spagnola), perfettamente compiuta e integra, rivela una cura singolare per la scrittura e per il dettaglio, e presenta annotazioni autografe di rilevante valore. Fabio Luisi dirigerà l’orchestra internazionale d’Italia, il coro della filarmonica di Stato “Transilvania” di Cluj-Napoca, diretto da Cornel Groza, e un cast internazionale Leonor Bonilla (Francesca), Aya Wakizono (Paolo), Merto Sungu (Lancillotto), Antonio Di Matteo (Guido), Larisa Martinez (Isaura) Ivan Ayon Rivas (Guelfo). Pierluigi Pizzi ha curato l'intero progetto scenico dell'opera, firmando regia, scene e costumi, ha creato un’atmosfera inquietante e tenebrosa, bardando l’atrio di Palazzo Ducale di un velario nero (Inferno), all’interno del quale, con l’aiuto del vento (bufera infernale) i protagonisti, vestendo abiti leggeri e fluttuanti, con colori differenti che evocano sentimenti e caratteri diversi, sono avvolti dalle loro passioni. Con il coreografo Gheorghe Iancu l’azione drammatica evocherà gli stilemi di quella forma di balletto presente nel melodramma romantico e amato da Mercadante, di cui il Festival con quest’opera prosegue un lavoro di valorizzazione di un musicista pugliese iniziato già negli anni ottanta.


SINOSSI

Atto I
Rimini inneggia a Lanciotto suo signore che sta rientrando dalla guerra, dovrebbe essere felice ma è turbato per Francesca, sua moglie, che nutre interesse per suo fratello Paolo. Guido, padre di Francesca lo rassicura: andrà a parlare lui stesso con la figlia.. Francesca è in camera sua in lacrime rievoca i momenti felici vissuti con Paolo. Isaura le annuncia che il padre sta per farle visita con Lanciotto che chiede alla moglie il motivo del suo dolore. Francesca glissa, ricordando che la vita coniugale non era suo desiderio né suo destino; per vocazione avrebbe scelto la vita monacale, che ha poi dovuto respingere per ubbidienza al padre. Lanciotto non le crede. Anche Paolo sta tornando a Rimini. Alla vista di Francesca Paolo viene avanti e Francesca sviene. Lanciotto confessa a Paolo i suoi timori su Francesca: e se amasse un altro? Paolo finge di non comprendere, Lanciotto non tradisce i suoi sospetti e giura vendetta al traditore. Arriva Paolo. Un istinto irrefrenabile li attrae, ma entrambi cercano di resistere. Arriva Lanciotto e alla vista degli amanti sguaina la spada per uccidere la moglie e il fratello. Francesca invoca pietà. Paolo chiede che sia solo lui a pagare. Interviene Francesca: che il marito sacrifichi lei, da sempre innamorata di Paolo e andata in sposa a Lanciotto per ragion di stato. Solo la morte di Francesca può placare la sua ira.
Atto II
Guido confida nei suoi seguaci a Rimini per liberare Francesca. Mentre viene condotta in una delle prigioni del castello, la donna chiede a Isaura notizie di Paolo. Lanciotto convoca i due prigionieri e offre loro una spada e una boccetta di veleno con la quale si toglieranno la vita: vederli morire insieme renderà più appagante la sua vendetta. Francesca ha appena avvicinato la boccetta alle labbra e Paolo sta per ferirsi con la spada; in quel momento arriva Guido con molti uomini armati al seguito e libera la figlia e il suo amante. Lanciotto è stato umiliato ma non si dà ancora per vinto. Guelfo informa Lanciotto che la pace tra Rimini e Ravenna è stata firmata proprio da Francesca che ha ottenuto dal padre di essere rinchiusa in un convento. Paolo la raggiunge durante la notte per un ultimo incontro. Paolo invoca Francesca affinché lei lasci che lui si tolga la vita ai suoi piedi. Francesca gli giura amore eterno, poi lo saluta prima di rinchiudersi in convento. Paolo spera ancora di portarla con sé e la trattiene. Giunge intanto Lanciotto che s’avventa con la spada su Paolo, Francesca s’intromette e viene ferita mortalmente, Paolo a sua volta s’uccide. Richiamato dalle urla, Guido non può che prendere atto dell’atroce dramma.

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